foto di Andrea Nicodemo
Rivista a due anni di distanza, quella Eccellenza 2018/2019 fu una stagione di trasformazione per il Portogruaro femminile, con i necessari e immancabili dolori di crescita, di un gruppo che si sarebbe consolidato negli anni successivi, saltando attraverso diversi cerchi di fuoco. Fu un periodo di passaggio, calcisticamente parlando, anche per loro due. Valentina Gallo e Silvia Scudeler prima di giocare con la stessa maglia non si erano mai parlate, pur vivendo a 500 metri di distanza l’una dall’altra.
Lo scatto immortala un gesto che nel grande calcio ricorda momenti di vera scaramanzia: Florenzi baciò il pallone prima di battere l’ultimo calcio d’angolo nel dannato playoff di ritorno Italia-Svezia, novembre 2017, Blanc a Francia ’98 baciava la pelata di Barthez al momento dei calci di rigore. I baci di Gallo e Scudeler invece non avevano scopi propiziatori, anzi, hanno il sapore di vittoria del campionato. Se la foto non fosse in bianco e nero probabilmente risalterebbe meno la specularità dei due profili, che unita al bianco dei volti dà all’insieme un simmetria quasi marmorea. In realtà la scelta cromatica fu obbligata, perché ad Andrea Nicodemo, al momento del clic, tremò la mano e il bianco e nero servì a definire meglio i contorni.
Cambiare posizione in campo costringe a di conseguenza a guardare il campo da un’angolatura diversa, cambia il pensiero. Se oggi vedete Gallo punta centrale è perché in quei mesi passò dall’esterno al centro dell’attacco, un po’ come fece Mertens col Napoli. Non è più tornata indietro. Anche Scudeler arricchì il proprio bagaglio tattico in quella stagione per tanti versi unica, passando talvolta a fare la terza centrale di difesa a tre, con buoni risultati.
Trasformazioni profonde, oggi visibili in modo chiaro, ma derivanti da processi lunghi, a volte sotterranei, per chi li osserva da fuori, ma pronti a sgorgare all’improvviso, come certi corsi d’acqua carsici. Il movimento a tagliare l’area con cui l’anno dopo Gallo sblocca il risultato a Maserà, è solo il distillato di infinite, pazienti ripetizioni della stessa dinamica in allenamento.
Una stagione irripetibile
Fu una strana stagione, si diceva. Il Portogruaro a dire il vero ci si trovò suo malgrado perché, stando ai meriti sportivi, avrebbe dovuto disputare la serie C, avendo superato la doppia sfida nei playoff di serie D contro il Net.Uno. Sarebbe stata la prima volta nella storia per la sezione femminile granata. Al termine della gara di ritorno di quei playoff, il 20 maggio 2018, al “Mecchia” spuntarono magliette con una enorme “C” rosa su sfondo bianco. Eppure, tre mesi dopo, le necessità di riforma nella struttura dei campionati federali fecero sì che le partecipanti alla futura D e alla futura C venissero fuse in un’unica categoria ibrida: l’Eccellenza, appunto. L’organizzazione partorì una stagione dal sapore sudamericano, davvero irripetibile per la contro intuitività delle regole.
Tecnicamente parlando, il Porto giocò due tornei nel giro di sette mesi. Un primo mini-girone, da ottobre a dicembre, composto da nove squadre, con otto gare di sola andata. Una sorta di girone preliminare per stabilire quali squadre avrebbero partecipato, nella parte primaverile della stagione, alla vera lotta per la promozione. Per puntare alla C, in poche parole, serviva essere arrivate tra le prime sette a dicembre, per poi entrare nel baby torneo, previsto da dicembre a maggio, che raccoglieva le meglio piazzate dell’altro girone e che avrebbe incoronato il vincitore del campionato. Le squadre che a dicembre si erano classificate dalla ottava posizione in giù, venivano inserite in un altro mini-girone, insieme alle peggio piazzate dell’altro girone, in cui invece non erano previste né promozioni né retrocessioni. Insomma, “Non posso né scendere né salire”, avrebbe detto qualcuno. Tutto chiaro, vero?
La prima fase in sordina
La sostanza del discorso è questa: a ottobre le granata si trovano inserite nel girone A, decisamente di alto livello con Gordige, Keralpen Belluno, Proioxis Legnago, Real Montecchio Maggiore, San Marco, Triestina, Virtus Padova e Union Villanova. Il gagliardo pareggio strappato all’esordio contro le bellunesi si rivela una foglia di fico sulle fragilità di una squadra che in estate aveva rinnovato molto (arrivano in questa stagione attuali veterane come Battaiotto, Comacchio, Chiarot, Minutello, Novellino, Volpatti, Zamberlan) e in quelle poche partite non trova una veste adeguata. All’ultima giornata, la trasferta del 2 dicembre a Legnago, serve a tutti i costi una vittoria per evitare gli ultimi due posti, ma in quel nebbioso pomeriggio, dopo un susseguirsi di sorpassi e controsorpassi la gara si chiude sul 3 a 3.
Le parole giuste
La difficoltà verrà però presto trasformata in opportunità: la seconda fase del campionato vede il Porto inserito in un gruppo, il girone B, dipiù morbido e a pochi giorni dall’esordio viene ufficializzato il nuovo allenatore. Antonino Favro, chiamato col diminutivo da chi lo conosce, si presenta nello spogliatoio granata con le parole giuste: “Ora che l’allenatore è cambiato, non avete più alibi. Sta a voi dimostrare quanto valete”. Da quel giorno qualcosa scatta, come un colpo di fulmine. La seconda parte di stagione delle portogruaresi è ipercalorica, e non mancano le goleade.
Il Porto apre così la seconda fase della stagione con qualche vittoria confortante tra gennaio e febbraio, poi prende il volo: chiuderà il torneo da imbattuto. Si aggancia presto al Real Montecchio Maggiore, che era andato in fuga nelle prime giornate e resta in scia. Il 2-1, firmato da due gol di Feletti, nello scontro diretto casalingo del 7 aprile vale la vetta in solitaria. Il percorso è netto da lì in poi: la certezza del primo posto finale però non arriva, perché le vicentine non mollano un punto. Si arriva all’ultima giornata con le granata avanti di sole tre lunghezze. È il 19 maggio 2019, nell’anno del centenario della società. Sono passati 364 giorni dal playoff vinto al “Mecchia”, da quel 2 a 1 il cui ricordo è forse ancora più bello proprio perché legato a una speranza illusoria.
Il giorno più lungo
Basterebbe un pareggio contro il Barcon penultimo. Novellino apre subito le marcature, le ospiti pareggiano a stretto giro con Bortolotto. Nella ripresa però il Porto ne ha di più: Finotto lo riporta in vantaggio e nel finale strappa ancora in contropiede, 3 a 1. Non hanno vinto nessun titolo, le granata, ma quel giorno sul prato del “Mecchia”, a un anno di distanza, si festeggia lo stesso, come per uno scudetto. E dopo una stagione così, ci sta anche farsi fotografare mentre si bacia il pallone. Nel giorno più buio, in in quella domenica nebbiosa, le granata hanno trovato le energie per guadagnare, allenamento dopo allenamento, spiccioli di luce che hanno composto, sei mesi dopo, il giorno più luminoso dell’anno, lo splendido solstizio d’estate di quella vittoria nel torneo primaverile.
Il cammino del Portogruaro femminile nella stagione 2018/2019
Prima fase – Girone A
7 ottobre 2018 Portogruaro – Keralpen Belluno 2-2
14 ottobre 2018 Portogruaro riposa
21 ottobre 2018 Gordige – Portogruaro 2-0
28 ottobre 2018 Portogruaro – Futuro Giovani 2-3
4 novembre 2018 Union Villanova – Portogruaro 2-0
11 novembre 2018 Portogruaro – Polisportiva San Marco A 2-1
18 novembre 2018 Real Montecchio Maggiore 1-4
25 novembre 2018 Portogruaro – Virtus Padova 1-2
2 dicembre 2018 Proioxis Legnago – Portogruaro 3-3
Seconda fase – Girone B
16 gennaio Portogruaro – Altivolese Maser 2-1
13 gennaio Primiero – Portogruaro 1-4
20 gennaio 2019 Portogruaro – Sport Project 2-0
3 febbraio 2019 Real Montecchio Maggiore – Portogruaro 1-1
10 febbraio 2019 Polisportiva San Marco B – Portogruaro 0-5
24 febbraio 2019 Portogruaro – Maerne 8-0
3 marzo 2019 Barcon – Portogruaro 1-5
10 marzo 2019 Altivolese Maser – Portogruaro 0-2
24 marzo 2019 Portogruaro – Primiero 7-2
31 marzo 2019 Sport Project – Portogruaro 1-4
7 aprile 2019 Portogruaro – Real Montecchio Maggiore 2-1
28 aprile 2019 Portogruaro – Polisportiva San Marco B 9-2
12 maggio 2019 Maerne – Portogruaro 1-7
19 maggio 2019 Portogruaro – Barcon 3-1