Il Pomigliano fino ad ora sta conducendo una stagione sorprendente. Dieci punti, tre vittorie e un pareggio in sette partite. Una media di 1.3 gol a partita, frutto di un gioco convincente e sempre votato all’attacco. Mai tirarsi indietro e affrontare ogni partita con ottimismo e determinazione sono le caratteristiche di questo sfavillante inizio stagione per la squadra. Poi c’è bisogno anche di qualcuno che la butti dentro, anche nei momenti di difficoltà. Quel qualcuno lo abbiamo intervistato per Calcio Femminile Italia. Si chiama Deborah Salvatori Rinaldi, bomber e numero nove del Pomigliano. È arrivata quest’estate ripartendo dopo una stagione di alti e bassi con il Milan, e fino ad ora pare andare tutto a gonfie vele per lei e per la sua squadra.
“Innanzitutto come stai? Come sta andando la stagione e soprattutto come ti senti?”
“Speriamo che continui così, sia come gruppo sia come realtà. Comunque come dico io il Pomigliano è una squadra delle prime volte, quindi c’è entusiasmo ma bisogna stare sul pezzo e prendere tutto quello che verrà. Però stiamo andando bene. Personalmente poi posso dire lo stesso. Mi sento bene e finalmente sto trovando continuità, anche fisicamente. L’anno scorso dopo quello precedente, eccezionale, il mio primo al Milan, ho fatto fatica a trovare minutaggio. Ho avuto qualche acciacco e non sono mai riuscita a tornare in campo con continuità, che è quello che sto facendo ora. Sto dimostrando che comunque anche a 30 anni faccio la mia parte.”
“Volevo partire proprio dal tuo passaggio al Pomigliano questa estate. Come sei stata accolta dallo spogliatoio in una squadra che aveva veramente bisogno di una con la tua esperienza e delle tue abilità in campo?”
“Sono stata accolta benissimo. Lo dimostra anche il fatto che sono diventata vice capitano, mi vedete più spesso con la fascia al braccio, ma semplicemente perché gioco un pochino di più rispetto al capitano storico (Gaia Apicella n.d.r). La decisione è stata fatta proprio dal gruppo squadra, dal capitano stesso e dalla società. Quindi questo mi fa veramente tanto onore, non era un ruolo che mi aspettavo. Comunque uno spogliatoio difficile, difficile in senso buono. Una realtà dove è stato giocato un campionato di B trascinati dal un gruppo con grande attaccamento alla maglia, al territorio e al percorso di crescita oltre che com una grande responsabilità. Venire qui e arrivare dal Milan in un mercato con cambi importanti poteva non essere preso bene dal gruppo, ma loro hanno subito capito di me che ogni anno riparto da zero. Per me il calcio vuol dire questo. Come dico spesso “Non si vive sugli allori”. Porto qui il mio percorso e il mio passato per quel che riesco senza snaturare il Pomigliano. So benissimo quali siano i punti forti e i punti deboli. Sono veramente entusiasta perché sono stata accolta davvero bene.”
“Parlando poi di prestazioni la tua partita che mi ha più colpito è stata quella contro la Lazio. Immagino che da quando sei qui sia anche per te una partita che non dimenticherai facilmente. Volevo sapere le emozioni che hai provato a fine partita dopo aver deciso un match così importante.”
“Tantissimo. Un attaccante in generale vive di gol, ma specialmente per me, che come dicono gli altri sono spesso generosa e poco egoista di gol, segnare, decidere la partita e portare a casa i tre punti è veramente una cosa bellissima. Contro la Lazio e contro l’Empoli abbiamo dimostrato di non mollare mai. Abbiamo voglia di fare bene. Devo riconoscere i meriti del Mister, perché di solito con l’espulsione si tira via una punta. Invece siamo rimaste in campo con tre attaccanti e il non cambiare assetto ti da una grande iniezione di fiducia, capisci che devi ancora aggredire. Tutta questa stagione fino ad ora è il frutto del lavoro che c’è dietro ogni giornata. Grande coraggio e sforzo da parte di tutte e tutti.”
“Volevo citare con te un proverbio latino riferito alla tua esultanza: “non esiste notte tanto lunga, da impedire al sole di risorgere”. Anche per mandare un messaggio ti chiedo a livello calcistico quale è stato il tuo momento più difficile e come ne sei uscita?”
“Sì, come molti sanno sono innamoratissima del sole e dei tramonti…chi non lo è. Ovviamente c’è un significato più profondo, quello di puntare sempre in alto, di guardare sempre in positivo. Poi è certo, la vita ci insegna che non è sempre così, ma a volte vanno fatti dei passi indietro per prendere la rincorsa. Dico spesso di esser fatta più per risorgere, decido io quando rinascere. Per fare un esempio con la mia carriera: con la Fiorentina ho segnato tantissimo, poi sono arrivati dei momenti più difficili ed io con moltissima tranquillità ho voluto trovare spazio all’estero. Sono andata all’ Espanyol, ed è stato un importante passo per me. Poi sfortunatamente lì ho avuto il brutto infortunio della rottura del perone e per rispondere alla tua domanda sono poi tornata a rinascere con la Florentia. Quella è stata la mia grande rinascita. Abbiamo fatto un campionato bellissimo in cui mi sono fatta rivedere di nuovo in Italia. Abbiamo portato a casa risultati importanti e da lì mi ha chiamato il Milan in cui sono cresciuta ancora. Ho vissuto veramente momenti bellissimi. Il gol al derby, giocare a San Siro, la convocazione in Nazionale, quella rovesciata che per poco non entrava… poi dopo qualche altro acciacco ho fatto di nuovo un po’ di fatica, ma ora eccomi qua di nuovo a rinascere. Quello che posso dire a chi è in difficoltà è: decidete voi stessi, non fate decidere mai gli altri. Sapete voi quando siete pronti e quando non siete pronti, questo è quello che faccio spesso io. Anche in silenzio, sempre essere solari e positivi.”
“Volevo parlare di una tua altra grande passione. Cos’è l’arte per te, come è nata l’idea di fare le T-Art e cosa simboleggiano?”
“Domanda difficile. La creatività e la curiosità mi accompagnano da sempre, ho sempre avuto questo altro sbocco nella vita oltre al mio lavoro e alla mia passione, il calcio. Dico che se i miei piedi valgono un tot, le mie mani in futuro dovranno valere il doppio. Per farti capire però che riesco anche a scindere bene le due cose. Per me è fondamentale avere un’alternativa al calcio, un’evasione a cui dedicarmi. Sono sempre stata con le mani in pasta per fare e creare. Poi mi sono laureata in design a Firenze, quindi in realtà sono una designer più che un’ artista. Ti dico però come sono nate le T-Art: la pittura è sempre stata un passatempo, però l’anno scorso dopo aver fatto la scorta di materiale, con l’infortunio che non mi permetteva di andare in ritiro, rimanere a Milano a casa da sola era difficile. Quindi ho iniziato a dipingere. Era diventato un po’ un rito. Le T-Art sono nate da un regalo che dovevo fare ad un ex calciatrice. Poi sono arrivate Bergamaschi e Fusetti e da lì ho aperto lo shop online. E’ diventato più che un hobby oramai.”
“Se il campo da gioco fosse una tela e tu l’artista, quale sarebbe il tuo quadro?”
“Mi piace il calcio acrobatico, può essere una manifestazione dell’arte sul campo da gioco. Faccio tantissimi inserimenti, tantissime linee orizzontali, ci rivedo la mia arte. Continuo riempimento degli spazi. Potrei dipingere anche paesaggi o ritratti, ma non è ciò che mi appassiona. Mi piace proprio lavorare il materiale, giocare con i colori, con una pittura astratta, geometrica. Come il mio gioco in campo se vogliamo.”
“Con il club stai facendo delle prestazioni spettacolari. E a differenza di quanto accadesse con il Milan hai dimostrato in questa stagione di saper anche tenere la leadership di un reparto. Questa estate ci saranno gli Europei in Inghilterra, alla maglia azzurra ci pensi?”
“Sinceramente al momento no. So’ benissimo come funziona il mondo Azzurro e ovviamente fu’ un onore quando arrivò la convocazione. Me la sono goduta appieno, ci sono arrivata matura e con la consapevolezza. Però oggi dovrei fare di più, perché purtroppo la buona volontà e trascinare il Pomigliano non bastano per la Nazionale. Ci vogliono i numeri, ma io sono una ragazza che pensa veramente al momento e a far bene con la squadra. Non potrei mai pensare in un contesto del genere solo alla mia persona. Mi devo adeguare ad un gioco diverso, un gioco di qualità e di trame fitte, un po’ diverso dalle mie caratteristiche più importanti. Non posso entrare in campo con il pensiero fisso della Nazionale, altrimenti non sarei quella che che sono, e per il Pomigliano non va bene. Poi si vedrà, il calcio è anche questo. Per ora testa sempre per il Pomigliano.”
Ringraziamo Deborah Salvatori Rinaldi e la società del Pomigliano per aver concesso questa intervista.
Marco Villani
Sono nato a Velletri, studente del liceo classico; amante dello sport, del Calcio, e della politica. Scrivo per CalciofemminileItalia.it e sono l'autore del romanzo dal titolo "Il Dio del Pallone". Sempre viva il Calcio, perché il nostro non è solo un gioco; è molto, molto altro.
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