Terminata la stagione 2021-2022 nelle fila del Matera, nel girone C della serie C, la centrocampista numero 10 del team lucano Ilaria Maddaluno si è raccontata ai nostri microfoni raccontandoci un po’ come una ragazza di nemmeno 18 anni vive il calcio femminile che oggi sta vivendo un radicale cambiamento.
Ciao Ilaria. Partiamo dall’inizio: sei nata ad Ischia (NA), ma dopo la scuola calcio giocata con i maschietti del club dell’Isola d’Ischia, sei andata al Perugia, per poi tornare nella tua Napoli. Ma come sei arrivata a giocare sin da subito in Umbria?
La scuola calcio dell’Isola d’Ischia era affiliata al Perugia e il mister del club umbro venne a fare uno stage per i ragazzi. Mi vide e decise di portarmi con sé per disputare la Danone Cup in cui riuscimmo a qualificarci alle semifinali.
Terminata l’avventura sono ritornata a Napoli.
Nella stagione 2019-2020 hai giocato nell’under-17 della Florentia San Gimignano. Che esperienza è stata?
San Gimignano (SI) è stata la mia prima vera esperienza lontana da casa, a soli 14 anni. È stato un momento importante in quanto sono cresciuta tantissimo sotto tutti gli aspetti possibili.
L’ho trovata una realtà diversa, in quanto era composta da ragazze con varie esperienze e che provenivano da tutt’Italia.
Terminato il periodo toscano, torni a Napoli, ma riparti subito. Stavolta direzione Pescara dove conosci mister Giuseppe Marino. Raccontaci un po’: come hai vissuto la brevissima esperienza in Abruzzo?
Il Pescara aveva un bel progetto, ma purtroppo ha dovuto rinunciare prestissimo alla partecipazione al campionato di serie C e questo, ovviamente non ha fatto piacere.
Avevo ritrovato mister Giuseppe Marino che già conobbi al tempo della primavera del Napoli. Infatti mi convocava con le ragazze della prima squadra, anche se a volte non potevo essere presente a causa della scuola visto che gli allenamenti si svolgevano nella mattinata.
Fui felice di ritrovarlo a Pescara perché mi piace il suo modo di lavorare. Con lui potevo migliorare. Spero che in futuro lo rincontri di nuovo come allenatore.
Mi è dispiaciuto tantissimo che con le delfine non si è potuto fare molto. La squadra aveva rinunciato alla stagione e a tempo zero sono stata costretta a dover cercare un altro posto dove poter andare a giocare e che potesse soddisfarmi.
Trovai il Matera, un’altra realtà ma che mi accolse immediatamente nell’organico della prima squadra.
Ecco, quest’ultima stagione l’hai vissuta nel Matera, nel girone C della serie C. Secondo te com’è andata?
Considerando che siamo arrivate al sesto posto e che davamo sempre il massimo per raccogliere quanti più punti possibili, direi che è stata una bella stagione.
Per me è stato il primo campionato senza essere tra le file giovanili, ma con giocatrici con esperienza e di altissimo livello.
Il mister, inoltre, mi ha fatto giocare in ruolo diverso rispetto a come ero abituata, ovvero difensore centrale. Credo che avesse visto un lato che ancora non conoscevo della me calciatrice.
D’altronde a parte due giornate non giocate a causa di uno strappo al polpaccio, sono sempre entrata in campo in tutte le partite.
Abbiamo completato il tuo excursus storico. Perciò ora raccontaci un po’ chi è Ilaria fuori dal terreno di gioco.
Sono una ragazza a cui piace studiare, conoscere e approfondire. Frequento il liceo scientifico delle scienze applicate e l’anno prossimo sosterrò l’esame di maturità.
Mi piacciono la musica e lo sport, tranne il ciclismo e la Formula Uno.
Nel tempo libero esco con le amiche, soprattutto se sono quelle di Napoli con cui andare a mare.
Mi ritengo sia estroversa che introversa, dipende dalle situazioni.
Nemmeno 18 anni e molta esperienza accumulata. Quale è il sogno nel cassetto?
Diventare una calciatrice a livello professionistico, magari indossando la maglia della Nazionale ad un Mondiale. Certo, occorre che mi impegni, ma sono pronta.
Hai calciatori o calciatrici a cui ti ispiri?
Come calciatore direi Lionel Messi, nonostante mi piaccia lo stile e il modo di affrontare la vita di Andrés Iniesta.
La calciatrice a cui mi ispiro invece è Manuela Giugliano.
Sei parte della generazione del futuro che sta assistendo all’arrivo del professionismo nella serie A italiana. Che aspettative vedi per il movimento nel futuro?
Sono contenta dell’arrivo del professionismo. Lo ritengo giusto perché come in ogni cosa, ci deve essere uno sviluppo. È tempo di alzare l’asticella e spero che quando potrò esserci anche io in A, potrò dire di essere una calciatrice professionista.
Cosa ti ha spinto a scegliere il calcio?
La mia passione nasce grazie alla mia famiglia: la domenica per noi era il giorno delle partite. Inoltre mio fratello e mia sorella già giocavano e spesso mi divertivo a tirare i calci al pallone insieme a loro.
Ad Ischia il calcio femminile è arrivato da solo un anno con una formazione in Eccellenza. E infatti tutto il percorso che ho fatto finora l’ho fatto fuori dall’isola.
La redazione intera ringrazia Ilaria e la società del Matera per l’intervista augurando ad entrambi un futuro pieno di soddisfazioni.