Esclusiva CFITA: intervista a Sonia Sarego

Oggi abbiamo avuto il piacere di intervista Sonia Sarego, centrocampista classe 1997 uscita direttamente dalla fucina di talenti romagnola, oggi è una giocatrice del Modena, squadra che attualmente milita nell’Eccellenza femminile.

Ciao Sonia, raccontaci innanzitutto cosa rappresenta per te il calcio…

“Per me il calcio è una valvola di sfogo ed ha la stessa funzione di un caricabatterie. Quando esco dal campo da gioco, che sia per una partita o per un allenamento, mi sento sempre più carica rispetto a quando entro. La passione per questo sport ha fatto sì che, dopo aver smesso all’età di 10 anni e aver provato diversi sport, tornassi alle origini 11 anni dopo.”

Chi è la persona che ti ha spinto di più a scegliere questo sport?

“Diciamo che in casa mia nessuno è fanatico dello sport e in particolare del calcio, quindi è difficile capire cosa mi abbia spinta a volerci giocare. Mia madre mi racconta sempre che quando ero piccolina alla domenica gli amici del nonno venivano a casa a trovarci e guardavano sempre 90° minuto in tv. Io mi sedevo con loro a guardare… probabilmente è stato amore a prima vista! Sicuramente una persona che mi ha fatta crescere molto e mi ha insegnato a stare in campo è Massimo Carbone, che ho avuto il piacere di avere come allenatore purtroppo solamente per 6 mesi durante la stagione che è stata interrotta causa Covid.”

Vuoi raccontarci le emozioni che hai provato vestendo per la prima volta questa maglia?

“Sono arrivata a Modena a gennaio dello scorso anno, durante la sessione di calcio mercato invernale. Quando sono arrivata pensavo di impiegare diverso tempo per integrarmi e giocare, soprattutto visti i risultati della squadra che vantava tutte vittorie e un solo pareggio (squadra che vince non si cambia!). Per svariate ragioni però il mister mi ha subito schierata titolare nella prima partita contro il Riccione. Questo mi ha subito dato fiducia e fatta sentire una pedina importante. Quando sono in campo mi metto già abbastanza pressione da sola perché tendo a non accontentarmi mai ed a pretendere sempre di più, quindi non sento quella del pubblico.”

Dove ti trovi meglio in campo e quali sono gli idoli calcistici ai quali ti ispiri?

“Il mio ruolo preferito è quello di centrocampista centrale, soprattutto in un centrocampo a 2, ma gioco in qualsiasi posizione del centrocampo.
Uno dei miei giocatori preferiti quando ho iniziato a giocare a calcio era Perrotta, e grazie a lui ho iniziato a tifare Roma! Qualche anno fa mi piaceva molto lo spirito combattivo di Nainggolan e il suo modo di stare in campo, mentre ora quello di Nicolò Barella e Ngolo Kante. Nel femminile la mia giocatrice preferita, anche se non gioca nel “mio” ruolo è Annamaria Serturini.”

Quale credi sia la parte migliore dell’essere una calciatrice professionista?

“Sicuramente l’aspetto migliore è quello di essere parte di una squadra e, di conseguenza, essere consapevoli della responsabilità che questo comporta.
Bisogna sempre aver chiari i propri obiettivi e dare il massimo per poterli raggiungere. Per fare ciò ci vuole sicuramente costanza, impegno e voglia di migliorarsi sempre. Penso sia molto importante anche il rispetto in campo, sia per le proprie compagne, ma anche per le avversarie. Mi reputo una persona molto onesta, riconosco il valore delle altre e spesso a fine partita, mi complimento con coloro che lo hanno dimostrato.”

Cosa hai provato quando sei stata contattata dalla tua nuova agenzia, MapaSportsAgency e cosa ti aspetti da loro?

“Quando sono stata contattata inizialmente sono rimasta sorpresa perché non conoscevo Mapa, ma mi ha fatto molto piacere ricevere la loro chiamata. Si sono subito dimostrati molto professionali e disponibili e questo mi ha spinto a sceglierli. Mi aspetto un rapporto limpido che soddisfi entrambe le parti vista la loro professionalità e soprattutto quanto credono nel calcio femminile.”

Quali sono i tuoi obiettivi futuri?

“I miei obiettivi futuri sono quelli di laurearmi in scienze della formazione primaria, mentre per quanto riguarda il campo sicuramente quello di riuscire a fare l’esperienza della serie C e migliorare la velocità di pensiero e di esecuzione di qualsiasi gesto tecnico quando sono in campo.Il calcio, come qualsiasi sport, è di chi lo ama. Non esistono sport per maschi e sport per femmine.”

Le discriminazioni e la violenza di genere sono ancora un punto dolente nel calcio femminile…

“Ogni essere umano deve essere libero di poter fare ciò che lo rende felice, senza essere giudicato dagli altri e farsi abbattere da tale giudizio. Giudicare senza conoscere e senza intenzioni costruttive non ha senso, ma purtroppo accade ancora molto spesso.”

 

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