Uno schiaffo al giornalismo, il caso Greta Beccaglia

Accade spesso di confrontarsi con notizie che non si penserebbe mai di dover leggere. Spesso siamo costretti ad ingaggiare battaglie contro dei mulini a vento; che però invece di girare a favor di Zefiro, vanno avanti grazie alla meccanica inerzia dell’ignoranza. E’ incredibile, spiazzante e anche un po’ demoralizzante osservare come con uno schiaffo si riescano a demolire impegno e sacrificio per guadagnare rispetto in una branca del giornalismo che pian piano sta aprendo le proprie porte a tutti. Alla sottile asticella di porcellana che tiene in piedi tutto questo basta il gesto di un maleducato e l’indifferenza generale per andare in frantumi e far cadere tutto il castello.

Il fatto

Nello stesso fine settimana della campagna #unrossoallaviolenza, per promuovere la lotta alla violenza di genere, in un collegamento televisivo, un’inviata di ToscanaTV allo stadio Castellani di Empoli sia costretta a vivere due minuti e trenta di scherno ed umiliazioni da parte dell’orda barbarica dei tifosi Viola, ospiti di Empoli-Fiorentina.

Due minuti e trenta in cui accade di tutto. Scene che di solito siamo abituati a vedere in qualche film di scadente comicità; di quelli che una volta terminati lasciano un disgusto misto a rabbia per aver buttato un mezzo pomeriggio della propria esistenza. Solo che qui non siamo nel grande schermo e non c’è recitazione. Tanto che insieme alla sensazione di disgusto misto a rabbia ci si trova a fare i conti anche con una specie di spiazzamento che non ci fa capire bene dove ci troviamo; se in un servizio giornalistico o in una commedia dell’assurdo.

In ordine sparso in sostanza si assiste a: fischi, urla, qualche apprezzamento (non esattamente in dolce stil novo) decisamente poco appropriato e per non farsi mancare nulla anche una pacca sul fondoschiena della nostra collega. “Non farci caso” dice il conduttore della trasmissione, anch’egli visibilmente imbarazzato. Difficile in questi casi, ma con grande professionalità la giornalista Greta Beccaglia (questo il suo nome) cerca di proseguire. Tentativo portato avanti invano, perché dopo qualche altro secondo di caos generale e tutto ciò che ne può conseguire arriva lo sfogo dello stesso conduttore.

“Chiudiamola qui, grazie Greta. Almeno potrai reagire, anche perché determinati atteggiamenti meritano ogni tanto qualche sano schiaffone.”

Lo sfogo della giornalista

Dopo poche ore arriva anche lo sfogo della giornalista sui suoi social.

“Quando sono uscita dallo stadio i tifosi hanno iniziato ad urlarmi cose poco carine e non solo. Questa è una cosa inaccettabile, soprattutto nel 2021; quando le ragazze come me si impegnano tantissimo per entrare nel mondo del giornalismo e concretizzare il loro sogno. Ho provato ad andare avanti e a sorridere durante tutto il collegamento, ma queste persone vanno denunciate. Nessuno può permettersi di alzare le mani”

Denunciare, sì. E allora ecco l’inevitabile intervento delle autorità competenti. Come è giusto e scontato che sia, la polizia sta già intervenendo per identificare i colpevoli di questo stilnovistico gesto; intanto, arriva anche la condanna da parte dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana; il quale ha parlato di “episodio gravissimo”.

Arrivano poi tutti i messaggi di conforto e sostegno, dalla politica ai colleghi o colleghe del giornalismo. Da personaggi pubblici a semplici tifosi, con il tentativo disperato ma doveroso di dimostrare che non tutti sono uguali, e che anzi la maggior parte di questi è dotata financo di un cervello pensante. Viene naturale a questo punto pensare a come intervenire nell’atto pratico, se sia un problema culturale o delle istituzioni che non tutelano abbastanza. Intanto l’importante è identificare i colpevoli, che sicuramente già a livello coscienziale stanno raccogliendo ciò che con un semplice (ma neanche tanto, perché effettivamente ci vuole tanto fegato e poco cervello) gesto hanno seminato. E che ora si intervenga sul piano di severe sanzioni.

Certo è che tutta l’Italia, quella vera e benpensante, è schierata al fianco di Greta Beccaglia. Perché di certo sono rimasti in pochi stoici a seguire le regole del galateo e del bon ton, ma è pur vero che il limite della decenza lo abbiamo tutti.

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