Terrore in Brasile, Abelhas Rainhas in ostaggio e atleta molestata da rapinatori poco “scaltri”

Il calcio in Italia ha chiuso il mese di novembre con un fatto scandaloso e terribile, le molestie sessuali subite da Greta Beccaglia. Dall’altra parte del mondo, più precisamente in Brasile, invece ha aperto il mese di dicembre con un fatto altrettanto scandaloso e terribile.

A Teresina, nello Stato federale del Piauí, dopo la sconfitta per 3-2 contro il Fluminense (del Piauí), valevole per la terza giornata del campionato statale, una giocatrice dell’Abelhas Rainhas è stata toccata sulle parti intime da un rapinatore sull’autobus della squadra. Fortunatamente l’atleta, di cui non è stato reso noto il nome per proteggere la sua privacy, ha evitato lo stupro grazie a un suo grido e all’intervento della Policia Militar, ma l’attimo di panico le ha comunque arrecato danni, visto che al momento è sotto shock.

LA TESTIMONIANZA DELLA PRESIDENTESSA DEL CLUB

Anche le sue compagne, lo staff dell’Abelhas Rainhas e la presidentessa del club, Quitéria Alves, non stanno passando bei momenti. Quest’ultima ha raccontato in maniera dettagliata la situazione con una lucidità degna di una persona e leader coraggiosa.

Stavamo portando le nostre cose sull’autobus, quando due ragazzi si sono avvicinati al nostro autista e alle nostre atlete, cercando di togliere i cellulari dalle loro mani, ma loro non li hanno lasciati, hanno agito d’impulso, di sicuro”, ha esordito nell’intervista a Globo Esporte.

Malgrado lo spavento iniziale, che ha portato varie giocatrici a tornare dentro allo stadio Lindolfo Monteiro, dove era appena stata giocata la partita contro il Fluminense, una delle ragazze ha mantenuto i nervi saldi e ha chiamato subito la polizia presente nell’impianto. I militari sono intervenuti subito, uscendo dal settore degli spogliatoi, sparando anche qualche colpo in aria per avvertire i criminali, che nell’autobus stavano tenendo in ostaggio con l’aiuto di un coltello l’autista e, per l’appunto, la ragazza molestata.

Foto: TV Clube, entrata dello stadio Lindolfo Monteiro

[…] la ragazza è uscita da questa situazione in uno stato di nervosismo, piangendo. Ha riferito di essere stata toccata sul seno e che lui abbia poi lasciato ‘cadere’ la mano. Le ho parlato. Ha detto che sta bene. Le abbiamo chiesto se volesse un supporto psicologico individuale, ma lei ha risposto che lo vorrebbe per tutte le atlete”, ha completato Quitéria Alves.

Gli spari della Policia Militar hanno quindi fatto fuggire i banditi, rimasti a mani vuote da questa rapina. I cellulari sono ancora di proprietà delle giocatrici. È stata recuperata anche la borsa della presidentessa, buttata in mezzo alla strada dai criminali, che l’hanno fatta franca. L’oggetto conteneva i documenti della squadra e i soldi per il viaggio di 300 km da Teresina a Picos, città dell’Abelhas Rainhas. L’atleta molestata, seppur spaventata, ha sventato un possibile stupro con coraggio, sia suo sia della sua compagna che ha chiamato le forze dell’ordine.

BRUTTA FIGURA DELLA FEDERAZIONE

Sarebbe potuta andare sicuramente peggio. Tuttavia rimane ancora quel senso di impotenza e rassegnazione che difficilmente si rimarginerà nei componenti dell’Abelhas Rainhas. La federazione del Piauí non aiuta in questo senso, visto che con una mossa alla Ponzio Pilato ha ben pensato di deresponsabilizzarsi in modo ridicolo nel quarto paragrafo del comunicato ufficiale riguardante l’accaduto.

La FFP (Federação de Futebol do Piauí) chiarisce che da sempre si adopera per la sicurezza di tutti coloro che sono coinvolti nelle partite in tutte le strutture sportive dello Stato (federale), ma purtroppo, fuori dagli stadi, siamo tutti soggetti all’insicurezza che impera nella nostra società.

Certamente in Brasile, soprattutto nelle zone periferiche del nord-est, dove si trova Teresina, c’è una piaga sociale, quella delle rapine per colpa della disoccupazione e della povertà. Nonostante il 28% in meno dei casi nel 2020, dato dovuto anche dal lockdown brasiliano di aprile e maggio, lo Stato federale del Piauí rimane uno dei più pericolosi del Paese. Il problema persiste comunque anche nelle grandi metropoli del sud-ovest, la regione più ricca. Nemmeno Rio de Janeiro, São Paulo, perfino Porto Alegre, città tanto stimata per la sicurezza economico-sociale, hanno ancora debellato la criminalità.

IL VERO MOVENTE

Ma qui non c’entra la povertà. Almeno, non quella legata ai soldi. È più una povertà d’animo. Una mancanza di educazione da parte delle famiglie. I banditi di Teresina probabilmente non avevano come obiettivo quello di guadagnare un po’ di denaro per comprare da mangiare ai propri figli o poter pagare le bollette.

Come abbiamo visto in questo caso, i due criminali, apparentemente poco “scaltri”, non sono riusciti a rubare nulla, rischiando perfino di essere arrestati. Nessun rapinatore, che vuole il massimo risultato con il minimo sforzo, terrebbe in ostaggio 20 persone con la polizia vicina davanti a uno stadio per portarsi a casa dei telefoni (usati, non nuovi) e qualche soldo. Normalmente queste operazioni vengono condotte in tardissima nottata, in posti isolati e ai danni persone sole.

Il gesto dimostra una sete di potere. A suggerirlo è la molestia, che poco ha a che fare con le pulsazioni sessuali di una persona. Poter compiere ciò che si vuole su una ragazza inerme, che non può muoversi, non può rifiutarsi di essere toccata, fa sentire il reo onnipotente come una divinità.

Le soluzioni per evitare questi eventi pericolosi, assurdi e scandalosi sono due, una a breve termine, l’altra a lungo termine. La prima è quella di far scortare dalla polizia le giocatrici nel tratto di strada che separa gli spogliatoi e l’autobus. La seconda è sempre la solita, l’educazione. Laddove la famiglia non trasmetta i giusti valori per vivere in comunità, la Scuola deve farlo. Ma finché lo Stato e il Governo di Bolsonaro non investiranno su di essa, invece di pensare a fare i negazionisti sul Covid-19, nulla cambierà.

Foto: Neyla do Rego Monteiro, Fluminense (casacca bianca) contro Abelhas Rainhas (casacca blu)

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