Esclusiva CFITA: intervista a Gina Fiore

Parla oggi ai nostri microfoni Gina Fiore, giovane classe 2000 e giocatrice del Matera. Originaria di Santeramo, ha vestito anche le casacche di diverse società di atletica della sua città, diventando anche campionessa regionale con record nella staffetta 4×400.

Ciao Gina, vuoi raccontarci cosa rappresenta per te il calcio?

“Per me il calcio è passione, è vita, non si può spiegare a parole. Quando vedo il pallone, sono completamente innamorata.
Ciò che mi ha spinto a diventare calciatrice è stato il tempo perso che ho dedicato ad un altro sport, l’atletica, mi ha fatto capire che il tempo passa. Dovevo dedicarlo a ciò che più amavo, il calcio.”

Chi è stata la persona che maggiormente ti ha spinto ad intraprendere questa carriera?

“La persona che ha avuto maggiore influenza nella mia carriera è il mio mister Giuseppe Lanzolla, mi ha mostrato il calcio in maniera diversa e mi sta crescendo sia dal punto di vista tecnico che mentale, dal campionato di Eccellenza alla Serie C. Quello che sono oggi lo devo a lui. Mi ha trasmesso e continua a trasmettermi, quotidianamente, i suoi consigli. insegnamenti avendo d’altronde un bagaglio calcistico veramente accurato.
Riconosco e devo molto a lui, non smetterò mai di farlo.”

Vuoi regalarci il ricordo del tuo esordio con il Matera?

“Ricordo solo tantissima emozione fino al fischio di inizio, per lo più per il peso e il valore della fascia che da 2 anni porto. Non sento pressione del pubblico, possono fischiarmi o incitarmi… sono come un cavallo con i paraocchi, non riesco a vedere e sentire altro.”

Viste le tue grandi doti atletiche, quale ruolo prediligi in campo? E a chi ti ispiri calcisticamente?

“Il mio ruolo preferito è l’esterno d’attacco perché la mia dote naturale è la velocità, provenendo anche da un passato da velocista. In campo mi sento molto a mio agio… poi quando vedo un lancio o un passaggio filtrante la mia testa e le mie gambe si proiettano già per prendere il pallone e buttarlo in rete. I miei idoli sono Bonansea e Cristiano Ronaldo.”

Secondo la tua esperienza, quale credi sia la parte migliore dell’essere una calciatrice?

“L’aspetto migliore è poter identificarlo come un vero e proprio lavoro in modo da poter dedicare completamente il tuo tempo per allenamenti e partite.
Il miglior atteggiamento è l’impegno e la dedizione che si deve impiegare, dagli allenamenti ai “sacrifici” che devono essere fatti fuori dal campo. Credo che la cosa più importante sia l’umiltà e l’aiuto verso la propria compagna.”

Cosa hai pensato quando sei stata contattata dalla tua nuova agenzia, MapaSportAgency?

“Non ci credevo, mi sono subito detta “ci siamo” anche perché spiavo già dai social questa agenzia e ne conoscevo il valore. Poi ho avuto il piacere di parlare direttamente con Davide che a primo impatto si è mostrata una persona sicura di sé e con idee ben chiare. Non ho esitato due volte a fare questa scelta. Mi aspetto una crescita, soprattutto perché sono sicura che MapaSportAgency voglia questo per ogni giocatrice che ha.”

Quali sono i tuoi obiettivi futuri, dentro e fuori dal manto verde?

“I miei obiettivi fuori dal campo sono di trasmettere la mia passione alle piccoline e magari avere una scuola calcio oltre a diventare una futura docente di scienze motorie. Dentro al campo mi aspetto soprattutto una mia crescita, non voglio mai fermarmi.”

Aiutaci a combattere, in poche battute, la discriminazione e la violenza di genere.

“La mia tesi di laurea è proprio contro la lotta ai pregiudizi e di come il calcio femminile sia un mezzo efficace per eliminarli. In fondo, il cambiamento deve partire da ognuno di noi e soprattutto noi ragazze dovremmo essere le prime a far capire che il calcio è di tutti rispondendo ad ogni pregiudizio con un gol in più.
Nessuno deve usare sia violenza verbale che fisica per esprimere le proprie emozioni.”

Ringraziamo moltissimo Gina Fiore, la sua società e la sua agenzia per aver reso possibile quest’intervista.

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