Esclusiva CFITA: intervista a Magda Franchetto

Quest’oggi abbiamo avuto il piacere di ascoltare ai nostri microfoni Magda Franchetto, giocatrice del Matera da poco trasferitasi dal Venezia.

Magda, partiamo da subito con una domanda fondamentale. Cos’è per te il calcio e cosa ti ha spinto a diventare calciatrice?

Il calcio per me è davvero tutto, parlando dei vari impegni che ho, è sicuramente l’impegno che occupa più spazio nella mia vita ed è l’impegno che io prendo a “tutto tondo”: dalla nutrizione, dall’allenamento extra calcistico, dalla cura dei particolari anche nella preparazione tattica di una partita, lo studio delle avversarie. Cerco di essere una giocatrice professionista a 360 gradi, sperando poi che anche per me il momento del professionismo vero e proprio arrivi presto.”

Fino ad ora invece, chi ha avuto maggiore influenza sulla tua carriera?

“Sicuramente tutta la mia famiglia è ed è stata molto importante nella mia carriera fino a questo momento, mia mamma e mio papà mi hanno sempre appoggiato in ogni mia scelta e mi hanno seguito in ogni posto in cui sono andata, per questo non smetterò mai di ringraziarli.
Oltre loro però i miei tre punti di riferimento più importanti sono mio fratello Mattias, Stefano Cincotta e Alessandra Nencioni. Li ho citati in ordine di apparizione nella mia vita calcistica, per quello che hanno rappresentato in momenti diversi; Mattias, è stato il mio primo punto di riferimento, ma soprattutto la mia prima ispirazione, è con lui che ho scoperto il calcio, andando a vedere le sue partite e mettendomi a giocare dietro le porte o dietro gli spalti con mio papà; lui ha avuto una grande carriera, arrivando a giocare in serie C e giocando anche in Inghilterra, e ancora oggi è una spalla su cui appoggiarmi nel momento in cui devo prendere decisioni difficili, perché molte cose lui le ha già vissute sulla sua pelle, e con il bene che ovviamente ci si vuole tra fratelli è ancora più facile per me fidarmi di lui e ascoltarlo. Stefano (Cincotta n.d.r.) è stato uno dei mister più importanti che ho avuto, con lui mi sono affacciata per la prima volta nel mondo delle “grandi” tra primavera e prima squadra, ed è stato il primo allenatore che mi ha dato dei consigli fondamentali tattici e strutturali, che fino a prima non avevo ancora affrontato nei settori giovanili; è stata ed è una persona fondamentale per me. Alessandra Nencioni, è una mia grandissima Amica, lei aveva già affrontato tantissime esperienze calcistiche, quando io mi stavo affacciando per la prima volta in una prima squadra di alto livello, e quindi oltre che farmi conoscere il mondo delle grandi e farmici entrare definitivamente, perché ero a cavallo tra Primavera e Prima squadra del Napoli, mi ha fatto capire cosa vuol dire essere una professionista e curare a 360 gradi qualunque aspetto della propria vita, se nel calcio si vuole fare qualcosa di grande e importante.”

Parliamo ora delle tue esperienze recenti. Cosa hai provato quando ha chiamato il Matera e come giudichi il tuo passaggio dal Venezia?

“Ho grande pretesa per il mio “debutto” con il Matera, so che troverò un ambiente probabilmente differente da quello del Venezia, ma non per questo meno professionale. Nelle mie esperienze precedenti, a Napoli e Bari ho già assaggiato l’ospitalità e il calore che il Sud regala; questo secondo me è anche uno stimolo, perché questo calore poi si riflette nel senso di appartenenza che si ha per la propria maglia e per i propri colori, che sono anche il simbolo di un territorio e Matera è universalmente un territorio affascinante, particolare, unico al mondo e per questo sarà ancora più bello.
Quest’anno dovrà essere un anno di riscatto per me, dopo un anno particolarmente complicato, caratterizzato da tre importanti infortuni, e sono molto carica per questa nuova avventura, sperando di ripagare la fiducia della società.”

Qual è invece la tua posizione preferita in campo e quali sono i tuoi modelli calcistici?

“Il mio posto preferito in campo è sicuramente la “fascia“, per caratteristiche atletiche, fisiche, ma anche per quello che vuol dire anche a livello “caratteriale“, cioè essere una Stacanovista, una
persona che anche mentalmente è disposta a macinare chilometri pur di arrivare all’obiettivo, una persona che rincorre il proprio avversario o la propria sfida fino alla bandierina del corner.”

Ma, sinceramente, qual è l’aspetto migliore dell’essere calciatrice? E sopratutto che comportamento credi si debba tenere per dare il meglio?

“Io ho iniziato a giocare a calcio a soli 5 anni e fin da così piccola il calcio mi ha aiutata a rapportarmi con le persone, a collaborare, a stare in gruppo e a mettere prima il gruppo, la squadra di sé stessi; e penso che questo sia un bellissimo aspetto che mi ha aiutata anche fuori dal campo. Per essere una grande professionista sicuramente bisogna curare ogni singolo dettaglio, dalla nutrizione, dal tipo di vita, dalle ore di sonno; bisogna essere umili e avere sempre i piedi per terra, l’umiltà è uno degli aspetti più importanti secondo me.”

Cosa ti ha spinto a svegliare la tua nuova agenzia, MapaSportsAgency, e cosa ti aspetti da questa decisione?

“Da subito ho percepito la professionalità di Mapa e la capacità di proporti qualcosa che sia realistico, perché molti procuratori, spesso pur di accaparrarsi la promessa del futuro, propongono e fanno delle
proposte folli, quanto poi irralizzabili. Ho visto in Mapa un’agenzia con cui crescere e uno staff di professionisti su cui contare e che soprattutto mi hanno fatta sentire importante, e penso che questo per una calciatrice sia fondamentale, perché il rapporto umano che si deve instaurare con un procuratore, soprattutto, se a vent’anni come me decidi di uscire di casa e di andare a 800 e passa km di distanza, è fondamentale.

Da MapaSportAgency mi aspetto il supporto nella mia crescita, vista comunque la mia giovane età, non solo nei momenti facili, ma anche e soprattutto in quelli più complicati, come hanno dimostrato in questo inizio di rapporto di collaborazione.”

Parlaci anche un po’ di quelli che sono i tuoi obiettivi futuri, sia dentro che fuori dal campo.

“Come calciatrice ho vari obiettivi, a breve termine e a lungo termine; nel breve termine spero di fare una grande annata con il Matera, per il Matera, insieme al Matera, spero che la scelta di andare in questo club, possa giovare a me e al club allo stesso tempo e che mi dia la possibilità di riscattarmi da un’annata complicata a causa degli infortuni che ho avuto, sicuramente diversa da come mi aspettavo. Collegandomi a questo direi che il mio obiettivo a lungo termine è quello di tornare come ero a giugno dell’anno scorso, quando andai a Bari, perché penso che sia quello il mio livello e a quel livello voglio tornare. Voglio dimostrare a me stessa e a chi non ha creduto in me, che ce la posso fare e che ho ancora tanti anni di carriera davanti; concludo con l’obiettivo più a lungo termine, che è quello di arrivare al professionismo, quello di arrivare al più alto livello possibile.”

Chiudiamo, come sempre, con un bel messaggio. Dai un calcio insieme a noi ai pregiudizi e alla violenza.

“Credo che l’avvento del professionismo e la popolarità che sta assumendo a livello nazionale, ma soprattutto all’estero, sia già di per sé una risposta e un grandissimo calcio ai pregiudizi, inoltre la popolarità e l’impatto mediatico che ha avuto l’Europeo, gli stadi pieni, la finale di Wembley che è stata la partita con più spettatori nella storia degli Europei femminili e maschili, sono ulteriori importanti risposte.
Nel 2022 penso che sia assurdo parlare ancora di violenza sulle donne, penso che sia assurdo che ancora oggi le donne contino meno degli uomini, invece numerose indagini evidenziano come i casi di violenza sulle donne aumentino sempre di più. Penso che l’intera umanità si dovrebbe impegnare concretamente in questa battaglia; educando le nuove generazioni al rispetto della donna, e all’uguaglianza tra la figura femminile e quella maschile.”

Ringraziamo, ovviamente, Magda Franchetto e MapaSportsAgency per averci concesso quest’intervista.

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