Formiga, il peggior addio alla Seleção mai organizzato

Dopo 26 anni di grandi glorie, Miraildes Maciel Mota, al secolo Formiga, ha deciso di appendere la maglia della Selelção al chiodo. L’amichevole tra Brasile e India è stata l’ultima della sua carriera per la propria nazionale. La 43enne ora continuerà a donare spettacolo solo con il São Paulo, impegnato tra qualche giorno nella finale del Paulistão contro il Corinthians.

Nel mezzo dei complimenti generali, arrivati da tutte le migliori calciatrici e i migliori calciatori brasiliani e stranieri, la Confederação Brasileira de Futebol non ha saputo organizzare un degno addio a un’atleta formidabile come Formiga. Più che una festa, come sarebbe dovuta essere, per celebrare un quarto di secolo di storia del calcio femminile mondiale, Brasile-India è sembrata una partita qualsiasi, poco pubblicizzata e opaca nello spettacolo.

La CBF ha pubblicizzato male l’addio di Formiga, ha parlato della vendita dei biglietti due giorni prima, l’ha organizzato a Manaus (nessun problema con la location, ma doveva essere al Maracanã o a São Paulo dove ha una storia), Marta non ha viaggiato, Cris (Cristiane) non è là. Tutto sbagliato. Sono triste e arrabbiata.

Oltre a essere un incontro delle ore 22 di un giovedì! Lei meritava una domenica alle ore 16, un sabato alle ore 19, una cosa pianificata, rumorosa, piena. È chiedere troppo dai piani alti, no?

I due tweet di Mariana Spinelli, una delle migliori giornaliste brasiliane, riassumono perfettamente la serata disastrosa dell’Arena da Amazônia, spoglia di tifose e tifosi. Le tribune, che non sono a favore di camera, avevano tutti i posti occupati, di cui uno dalla signora Celeste, madre di Formiga, mentre gli altri settori facevano sembrare questo evento un incontro di qualche lega provinciale, per un totale di 3.200 persone, appena il 7% della capienza totale.

Questa è la conseguenza di stabilire un prezzo di 80 reais (in proporzione è come spendere circa 50 euro) per poter entrare allo stadio, aprendo la vendita solo 48 ore prima. Pur non essendo così caro il biglietto per salutare una leggenda nella sua ultima partita in nazionale, i tempi corti e il giorno, il luogo, l’orario scelti (ore 21 locali, ore 22 nel resto del Brasile) hanno penalizzato ulteriormente la presenza del pubblico. L’audience è risultata limitata anche fuori Manaus, una delle città più isolate del Paese, poiché la partita è stata trasmessa solo su SporTV, canale a pagamento.

In questa stessa serata, a Belo Horizonte, ha lasciato il calcio maschile per sempre Rafael Sóbis, atleta del Cruzeiro, oggi in Série B e nel peggior momento della propria storia. Il club ha avuto la bellissima idea di abbassare il prezzo del biglietto a soli 10 reais. Il Mineirão ha così offerto sugli spalti un mosaico blu suggestivo. Se la federazione brasiliana avesse seguito l’esempio della Raposa, forse l’abbraccio per Formiga sarebbe stato ben più ampio rispetto a quello che è effettivamente stato.

Lo spettacolo è mancato anche dentro al rettangolo di gioco, soprattutto nel primo tempo, quando le ragazze di Pia Sundhage hanno dormito in campo, subendo pure il gol del pareggio dopo il vantaggio iniziale. Fortunatamente Ary Borges ha svegliato le compagne con le sue giocate, fornendo l’assist del 2-1 per Gio Queiroz e segnando il 3-1 con un tiro a giro forte, basso e preciso. Il resto dei minuti è andato in scioltezza con le indiane che hanno perso 6-1.

L’atteggiamento timido è anche il risultato di una formazione orfana delle sue stelle, Marta e la stessa Formiga. La prima non ha fatto in tempo a prendere l’aereo dagli Stati Uniti verso il Brasile, mentre la seconda per scelta tecnica è entrata solo nell’ultimo quarto d’ora, nella speranza di segnare un gol appena sfiorato. La sola Debinha, imprecisa in varie occasioni, non offre ancora garanzie a livello di carisma, malgrado l’esperienza.

Per rendere meno amara questa mancanza, l’attaccante dell’Orlando Pride è riuscita ad arrivare in extremis a fine partita con dei fiori e un discorso apparentemente emozionante, che però dalla TV è stato impossibile sentire. Immaginiamo che sia così per via delle lacrime di gioia versate da tutti i presenti. Questo giusto per testimoniare ancora una volta la poca organizzazione sia delle trasmissioni televisive sia della CBF, che ha deciso di fare tutto di fretta e non ha nemmeno pensato lontanamente di invitare Cristiane, altra leggenda brasiliana e grande amica di Formiga, a fare la medesima cosa di Marta, pur non essendo stata convocata.

Ormai quello che è stato, è stato, non possiamo tornare indietro. Il flop della CBF, che ancora è restia a dare la giusta visibilità al calcio femminile locale, non cancella comunque l’importanza di Formiga per questo sport. Parlare del suo palmarès sarebbe superfluo, tutti conoscono i suoi traguardi, tra cui le 7 Olimpiadi e i 7 Mondiali giocati, senza contare le conquiste con i club, tra cui 3 Libertadores e un Mondiale per club nel 2014 con il São José.

La mediana originaria di Salvador di Bahia va aldilà di questi meri numeri. Lei ha visto lentamente cambiare questo ambiente, cresciuto sempre più negli anni. Anche se c’è ancora tanto da lavorare, visto questo addio non proprio dei sogni, i progressi sono innegabili. Quando nel 1995 cominciò a muovere i primi passi nel calcio internazionale, giocava con le maglie avanzate in magazzino dalla Seleção maschile, mentre oggi le giocatrici e i giocatori brasiliani ricevono gli stessi premi in denaro. Per questo la carriera di Formiga rimarrà sempre indelebile, ispirazione per qualunque atleta.

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