Un’altra fiabesca realtà del calcio femminile italiano scompare. La Speranza Agrate, dopo il Consiglio di Amministrazione ha deciso di cedere il titolo della Serie C. La squadra militava nello stesso girone del Torino e girone Real Meda (Girone A) e si trovava in nona posizione. La notizia è stata comunicata alle ragazze prima della partita contro lo Spezia. Queste le parole piene di amarezza del tecnico rossoverde.
“Sono deluso e amareggiato dalla scelta della società. Mi è stata comunicata questa decisione subito dopo la gara contro il Torino e onestamente ancora fatico ad accettarla e a comprenderla. Abbiamo creato un qualcosa di importante, lottando per due stagioni a questa parte in un campionato difficilissimo. Con ragazze che giocano con noi a zero e che non hanno mai preteso un rimborso dalla società. Siamo partite dal basso cercando ogni anno di fare un passo avanti. inoltre fino ad oggi siamo riuscite sempre a crescere, nonostante le tante partenze eccellenti di questa estate dove abbiamo perso i nostri pezzi pregiati. Ora vedremo cosa ci dirà il futuro, sono tanto amareggiato per questo finale e per una scelta incomprensibile”
La stagione della società e chi vuole acquistarla
La Speranza Agrate in questa stagione aveva accumulato ventisei punti in ventun partite. Poi cinque pareggi, nove vittorie e sette sconfitte con Elisabeth Ebali prima marcatrice a dieci gol. Grandissimo dispiacere per le ragazze, che nonostante le condizioni del club non hanno mai smesso di lottare: anche quando il dado oramai era tratto le ragazze hanno continuato a combattere sul campo, terminando la partita contro lo Spezia per 2-2.
Non si sa bene quale possa essere la società ad acquistare il titolo. In pole potrebbe esserci il Fiammonza, che verrebbe guidato da Danilo Brambilla. Solo nei prossimi giorni scopriremo cosa accadrà, quello che è quasi sicuro è che qualunque società debba acquistare il titolo dovrà partire dalla Promozione.
Sono continue, ogni anno le realtà del calcio femminile che scompaiono inesorabilmente e le prime a soffrirne le conseguenze sono le atlete, stoiche interpreti di questo movimento e disposte anche ad allenarsi la mattina lavorando il pomeriggio per potersi assicurare un futuro, non percependo neppure un euro nonostante le ore di allenamento. E’ ora che qualcosa in Italia cambi, ed è ora che questo avvenga al più presto.