La storia più bella del calcio femminile è giunta al suo epilogo: la Florentia San Gimignano, nell’ultima stagione sportiva posizionatasi al settimo posto in classifica, non si iscriverà al massimo campionato 2021/2022.
Al suo posto, ai nastri di partenza ci sarà la Sampdoria, sezione femminile dell’omonimo club di Massimo Ferrero: a confermarlo, in conferenza stampa, è stato proprio il numero uno neroverde, Tommaso Becagli, il quale ha comunicato l’intenzione di cedere il titolo sportivo della sua squadra al presidente blucerchiato.
“Per quanto riguarda le voci sulla vendita del titolo sportivo oggi devo prendere in considerazione l’offerta della Sampdoria. Ho fatto un’istanza congiunta per la cessione del titolo sportivo. Servono risorse economiche importanti nell’attuale calcio femminile di vertice ed è un passaggio dovuto. La mia consegna del titolo sportivo a un club storico e blasonato è un atto dovuto anche per migliorare la condizione di queste ragazze.”
È successo tutto in molto poco tempo, la notizia ha cominciato a circolare non più tardi di dieci giorni fa, tuttavia durante questo periodo la comunità sangimignanese non è rimasta a guardare. Ci ha provato, fino all’ultimo, a salvare quella squadra che per lei è l’orgoglio più grande, lanciando appelli accorati sui social, sulle pagine dei quotidiani, ovunque. Non solo: anche il sindaco della città, Andrea Marrucci, si è personalmente mosso per scongiurare l’ipotesi di vendita della società, interessando della vicenda anche il Governatore della Regione Toscana Eugenio Giani e, attraverso la deputata Susanna Cenni, anche la Sottosegretaria con delega allo Sport Valentina Vezzali.
Ogni tentativo si è rivelato inutile: il presidente Becagli ha proseguito per la sua strada, pur dichiarandosi toccato dalla vicinanza della comunità, attribuendo una parte di colpa alla situazione sanitaria presente nel nostro Paese da più di un anno e mezzo, che ha influito sulla sua scelta.
Con queste parole, la Florentia San Gimignano ha ufficialmente cessato di esistere. Una splendida realtà del calcio femminile italiano, fondata a Firenze nel 2015 sotto il nome di CF Florentia da un gruppo di appassionati, tra cui il presidente Becagli, che nel 2018 approda in Serie A dopo aver scalato in tre anni tutti i campionati cadetti. Nella stagione 2019/2020, precocemente interrotta a causa dello scoppio della pandemia da Covid-19, la società si sposta a San Gimignano, cambiando nome (da CF Florentia a Florentia San Gimignano), sede e colori sociali (da rossobianco a neroverde). La squadra concluse il campionato al quinto posto in classifica, dopo aver sconfitto sul proprio campo Milan, Roma, Sassuolo (gara d’andata, in Coppa Italia) e aver fermato sul pari a reti bianche la Juventus, capolista e campione d’Italia in carica. Nell’ultima stagione disputata, sul campo del Santa Lucia è caduta anche la Fiorentina, consegnando a San Gimignano quella vittoria che nel derby toscano non era ancora mai arrivata.
Il sindaco di San Gimignano, amareggiato, nelle ore seguenti alla conferenza del presidente Becagli si è lasciato andare a uno sfogo del tutto comprensibile: “A San Gimignano, in questi due anni, si è radicato un modello di calcio femminile diverso, contrapposto per sua natura ancor prima che per volontà alla logica dei grandi club, delle grandi aree metropolitane, del commercio e del consumismo sfrenato del <<prodotto>> calcio.
Lo abbiamo fatto come unica squadra della massima serie non legata a club professionistici maschili che militano in serie A.
Ed il legame con il territorio si è sempre fatto più stretto e radicato, rappresentando un connubio virtuoso di passione e coinvolgimento con il tessuto cittadino. Il legame di identificazione con la squadra ha inoltre stimolato la comunità a mettere in pratica il rovesciamento di certi stereotipi di genere creando nuove relazioni e modelli educativi inclusivi.
Per noi lo sport non è solo mercato e affari, anche se la sostenibilità economica è certamente un requisito non secondario, ma occasione di formazione e crescita atletica e morale, messaggio di valori fatti di impegno, sacrificio, unione e merito.”
La Florentia San Gimignano aveva fatto innamorare tutti. Non un singolo appassionato era rimasto indifferente a questo piccolo diamante, incastonato tra le pieghe del cuore toscano: in ogni stagione disputata, ha saputo dimostrare di poter dire la sua, di sgomitare per i vertici di classifica, guadagnandosi il rispetto delle compagini e dei tifosi avversari.
In pochi giorni è andato tutto in frantumi.
Un club professionistico maschile, che nulla ha a che vedere neanche con la regione di appartenenza di questa squadra, ha presentato un’offerta di acquisto, trovando risposta positiva.
La Serie A si avvia al professionismo, a partire dalla stagione 2022/2023: prendendo spunto dalle parole del presidente Becagli, “è un atto dovuto nei confronti di queste ragazze”. È un riconoscimento che a livello teorico è già presente da diverso tempo, manca soltanto di ufficialità legislativa.
A causa di una deroga della FIGC, che permette ai club professionistici maschili di rilevare il titolo sportivo di squadre dilettantistiche anche al di fuori della propria regione, tutto questo è possibile, certificando di fatto che anche nel mondo del calcio femminile vige la legge del più ricco.
Una squadra senza storia e letteralmente priva di sostanza nel mondo in rosa, che compra il diritto di disputare la Serie A di un’altra che, al contrario, se l’è guadagnato sul campo con anni di sudore, fatica e lavoro alle spalle.
La passione per lo sport e la meritocrazia sul campo sono l’essenza del calcio, che purtroppo ha ben poco da spartire con quello che è attualmente il calcio moderno: è stato giustamente scatenato tanto clamore per la Superlega, il cui progetto originario aveva tentato di coinvolgere anche le sezioni femminili dei club “ribelli”, quando il primo pericolo di un costrutto simile era da scovare in casa nostra.
Quale concezione di calcio può avere un’istituzione che permette a certi club considerati elitari di appropriarsi di un merito guadagnato sul campo per un pugno di vil denaro?
Quale sentimento di spirito agonistico può provare un organismo che approva una riforma che riduce la Serie A di fatto a una Superlega a livello nazionale? Dieci squadre professionistiche, alcune di queste costruite senza alcun fondamento, che si affronteranno molte volte “per aumentare la competitività e valorizzare il calcio femminile”.
Una cosa è certa: per questa concezione di calcio non c’è spazio per lo sport. Favole come quella della San Marino Academy e della Florentia San Gimignano non esisteranno mai più.
La passione dei tifosi, fondamenta sulle quali si basa o dovrebbe basarsi lo sport più bello del mondo, presto o tardi verrà meno, se ogni partita sarà disputata da società che faranno a gara a chi ha il conto in banca con più zeri.
Un grande poeta come Umberto Saba, che salutava, tra i molti, i rosso-alabardati della Triestina, in questo periodo dovrebbe essere considerato da ognuno, per ricordare al mondo che il calcio è nato dalla provincia, con la sola passione a fungere da motore. È la magia di questo magnifico sport, che rinasce ogni volta che un bimbo o una bimba inizia a palleggiare.
“Anch’io tra i molti vi saluto, rosso-
alabardati,
sputati
dalla terra natia, da tutto un popolo
amati.
Trepido seguo il vostro gioco.
Ignari
esprimete con quello antiche cose
meravigliose
sopra il verde tappeto, all’aria, ai chiari
soli d’inverno.
Le angoscie
che imbiancano i capelli all’improvviso,
sono da voi così lontane! La gloria
vi dà un sorriso
fugace: il meglio onde disponga. Abbracci
corrono tra di voi, gesti giulivi.
Giovani siete, per la madre vivi;
vi porta il vento a sua difesa. V’ama
anche per questo il poeta, dagli altri
diversamente – ugualmente commosso.”
La Florentia San Gimignano dal prossimo anno ripartirà dal suo settore giovanile. Ne sentiremo la mancanza, ogni fine settimana: è l’ultima, finora, vittima del calcio moderno, che alla magia eterna del pallone predilige quella effimera di una manciata di banconote.
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